Organizzazione dei corsi e informazioni utili per cominciare:
Le classi accorpano diverse classi di età, sesso e cinture ma il lavoro è sempre differenziato in funzione degli obiettivi da raggiungere per ognuno dei nostri tesserati. I due principali sbocchi cui sfociano l’apprendimento delle diverse tecniche di calci e parate sono i combattimenti e i poomsae (le forme).
Per i/le più giovani (dagli 8-10 anni) oltre alla parte prettamente attinente al nostro sport (apprendimento delle principali tecniche di calcio e parata), lavoriamo su uno sviluppo delle capacità motorie/ coordinative di base per preparare l’atleta ad approcciare a qualsiasi tipo di sport. Il combattimento viene inizialmente approcciato come un gioco in cui i bambini devono riuscire a toccarsi la corazza ma senza impatti forti o violenti.
Per i/le ragazzi/e (11-14 Anni) si comincia a lavorare più nello specifico sulla parte muscolare /atletica e perfezionamento della tecnica/tattica entrando nel vivo della disciplina grazie alle prime esperienze di combattimento (con protezioni).
Per gli/le adulti/e (dai 14 anni fino a 35 anni) il lavoro è differenziato a seconda che si tratti di atleti agonisti o amatori; per gli agonisti il volume di lavoro e carico è ovviamente superiore rispetto all’amatore che si allena per passione ma che non ha interesse a competere a gare .
Per i/le Master (dai 35 anni a seguire) si imposta un allenamento finalizzato all’apprendimento di tutte le tecniche di Taekwondo, con l’obiettivo mirato di mantenere elasticità muscolare e un generale benessere fisico/atletico.
Le domande più frequenti di coloro che vogliono iniziare sono:
1) “A che età si può cominciare? Mio figlio/a è troppo giovane? Sono troppo vecchio per inziare?”. Si può cominciare a 6 come a 40 anni ovviamente ponendosi obiettivi completamente differenti anche se quello principale rimane lo stesso: imparare l’arte del Taekwondo.
2) “Ma essendo uno sport di combattimento è adatto alle donne? Ci si fa male?”. Il Taekwondo è uno sport in cui il settore femminile è in crescita esponenziale sia a livello agonistico (il nostro club ha un atleta in nazionale) sia amatoriale (come forma di autodifesa). Rimane una disciplina di combattimento, in cui se da una parte il contatto è preventivabile, dall’altra si utilizzano diverse protezioni che prevengono e ammortizzano gli impatti con l’avversario. A livello statistico la percentuale di infortuni nel Taekwondo è nettamente inferiore a sport comuni come calcio o basket, ma anche in questo caso la cultura popolare uguaglia sport di contatto al concetto di violenza ma non è affatto cosi.